sabato 31 luglio 2010

SCUOLA POLITICA

UDI - Unione Donne in Italia Scuola politica 2010


a Genova la scuola politica dell’UDI 2010


Dal 2 al 5 settembre a Genova nella sede della Bi.Bi. Service , in via XX Settembre 41, si terrà la quinta edizione della scuola politica organizzata dall’UDI - Unione Donne in Italia, Sede nazionale Archivio centrale con il sostegno e il contributo degli Assessorati alle pari Opportunità di Comune e Provincia di Genova.


Una delle caratteristiche della Scuola è quella di essere itinerante e di affidarsi all’intelligenza e alla creatività delle donne dell’UDI che si organizzano in Italia.

L’UDI intende così valorizzare le esperienze – nuove e antiche dell’Associazione - e le relazioni che le donne sostengono con le donne e con le istituzioni là dove vivono. Quest’anno la scuola - giunta alla sua quinta edizione - si terrà a Genova avvalendosi dell’apporto politico e organizzativo dell’UDI “25novembre2008”, un gruppo nato – come dice il suo nome - con la Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, un gruppo che ha saputo trovare la misura per rappresentare una storia lunga e appassionante come è quella dell’UDI.


Il tema trattato quest’anno sarà: “Identità di passaggio. Il corpo fertile delle donne tra produzione e riproduzione, lavoro e desiderio” mira a suscitare il dibattito su quali azioni sono opportune perché le donne siano libere di scegliere nelle diverse fasi della vita tra lavoro e maternità, politica e relazione, senza rinunciare ai propri desideri e aspirazioni.


Numerosi e qualificati gli interventi , vedi programma. Donne e lavoro, vita e relazioni, impresa femminile come progetto di vita, donne immigrate ed economia sostenibile, solidarietà come impegno politico sono alcuni dei temi che verranno trattati: lezioni frontali, ma anche dibattiti e tavole rotonde in un fine settimana ricco di spunti interessanti .


La scuola è aperta solo alle donne senza limitazioni di età.

La quota di partecipazione - che comprende: cartella della scuola contenente i materiali necessari, pranzo di venerdì e sabato - quest’anno è diversificata:

  • €60,00 donne lavoratrici

  • € 50,00 pensionate

  • € 40,00 studentesse, disoccupate e inoccupate


Sono esclusi i pernottamenti e le cene

Per informazione contattare l’UDI Genova 25 novembre 2008 udi251108ge@yahoo.it. Iscrizione entro il 10 agosto.


Si allega il programma della scuola.


Marina Cassani

ufficio stampa UDI Genova 25 novembre 2008

tel 347 4165866

UDI Genova 25 novembre 2008 – Vico Mele, 3r Genova

info scuola politica

Per partecipare alla Scuola Politica dell’UDI 2010 provvedere al versamento della quota di:


60,00 per le donne che lavorano

50,00 per le pensionate

40,00 per le studentesse e le donne che non lavorano.


  • c/c postale n 53230009
    IBAN IT84 S076 0103 2000 0005 3230 009


oppure


  • conto corrente bancario Banca Popolare Etruria e Lazio c/c n 14763
    IBAN IT66 V053 9003 2010 0000 0014 763


intestato a:


UDI - Unione Donne in Italia - Via dell’Arco di Parma, 15 – 00186 Roma


Causale: Scuola politica UDI 2010.



NOTE:

  • Informare la Segreteria della Scuola dell’avvenuto versamento.

  • Compilare la scheda allegata e inviarla a udi251108ge@yahoo.it



Per informazioni: tel. 349 3151640





SCUOLA DI POLITICA

Una delle caratteristiche della Scuola è quella di essere itinerante e di affidarsi all’intelligenza e alla creatività delle donne dell’UDI che si organizzano in Italia.

L’UDI intende così valorizzare le esperienze – nuove e antiche dell’Associazione - e le relazioni che le donne sostengono con le donne e con le istituzioni là dove vivono. Quest’anno la scuola - giunta alla sua quinta edizione - si terrà a Genova avvalendosi dell’apporto politico e organizzativo dell’UDI “25novembre2008”, un gruppo nato – come dice il suo nome - con la Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, un gruppo che ha saputo trovare la misura per rappresentare una storia lunga e appassionante come è quella dell’UDI.

Il documento che segue è stato elaborato da loro e serve come spunto di riflessione.


il corpo fertile non è solo quello che genera


fertilità fisiologica - riproduzione


Una delle prima immagini che si concretizzano parlando di corpo fertile è quello di un corpo che si riproduce.

Del resto, la fisiologia porta le donne ad essere potenzialmente madri.

Ma è la società in cui le donne si trovano a vivere che, implicitamente, determina la scelta riproduttiva: se le donne stanno bene fanno figli. Non si è comunque mai madri per caso.

Il progetto di una vita è comunque cosa altra dall’amore fra i componenti di una coppia e, per quanto condiviso, manifesta la disparità fisiologica fra l’uomo e la donna, la quale è la sola a decidere per il sì o per il no. Ed è un dato: la fertilità femminile non ha lo stesso peso della fertilità maschile; ed è per questo che tale disparità va nominata e tenuta ben presente nella relazione di coppia che sceglie, congiuntamente, la riproduzione.

Accanto a questo, le donne si confrontano quotidianamente con il dilemma di poter sostenere e scegliere una gravidanza anche quando si studia o si lavora, quando cioè si è una figura attiva dal punto di vista professionale (poiché l’orologio biologico non sempre corrisponde con “l’orologio” professionale o di studio). Spesso infatti la scelta dell’avere o meno un figlio dipende da altre questioni, che nulla hanno a che vedere con il desiderio di riprodursi.


conciliazione o condivisione


Siamo pronte a dire “No al differenza che si esplica nell’autonomia dall’altro, sì alla condivisione nella consapevolezza delle proprie diversità in una democrazia duale, per un riequilibrio della rappresentanza”?

C’è chi pensa che i generi abbiano bisogno di riconciliarsi fra loro, di intraprendere un cammino comune su certi temi, pur mantenendo le proprie diversità e differenze.


lavoro, tempi, decrescita


In ambito lavorativo sarebbe interessante valutare quanto costa una donna che genera. Ai bilanci aziendali andrebbero accostati i bilanci di genere, per capire effettivamente qual è l’impatto di una donna che lavora e che si muove nella società. È davvero un investimento a perdere?

Sappiamo da sempre che, in ambito aziendale/lavorativo la rappresentazione della maternità non è una rappresentazione positiva, ma si basa su modelli negativi che penalizzano fortemente il discorso della fertilità nel senso più ampio del termine per relegarlo al solo concetto della riproduzione.

Inoltre, i tempi delle donne non sono i tempi delle città in cui viviamo; i corpi delle donne sono come schiacciati in spazi angusti dove devono cercare continuamente un proprio angolo di sopravvivenza. Attuano un resistenza reiterata ed un adeguamento sistematico all’oppressione del corpo forte sull’avvenenza del corpo fertile che deve prendere sempre le misure. Che gode solo in un contesto privato, perché è innanzitutto un corpo osservato, piuttosto che fertile. Tutto lascia credere che questi tempi e questi spazi non siano favorevoli alle donne, non le includano.

Se da una parte la crisi può liberare nuove energie e nuove consapevolezze anche in questo ambito, dall’altro potrebbe nuovamente portare il corpo delle donne ad essere vittima sacrificale.

Forse la decrescita potrebbe costituire la scusa per revisionare la propria concezione della vita, i valori (da praticare e difendere), la qualità dell’esistenza. Poiché è evidente che le donne occidentali, adesso, vogliono tutto: non solo il lavoro, la famiglia, ma anche una qualità di vita accettabile e dignitosa.


l’identità


Un nuovo modo di approcciarsi al tema deve considerare in modo primario quale sia il livello di “monetizzazione” delle professioni nella nostra società. Se anche il riconoscimento sociale della maternità comincia a passare attraverso una monetizzazione (come altri lavori di cura), allora anche la maternità diventa un lavoro. È un dato di fatto che il riconoscimento economico è l’unica cose che nella nostra società fornisce un’identità. Possiamo quindi affermare che se non hai un riconoscimento economico allora non hai un’identità valida, spendibile?

Inoltre, la liberazione della donna passa ancora attraverso l’emancipazione economica? Il denaro cioè ti dà la libertà, o l’identità si costruisce sul sé e sulla percezione che si ha di sé? È tuttavia un dato di fatto che il riconoscimento sociale passa anche attraverso il riconoscimento professionale, spesso assente o carente, che fa delle donne un insieme sostanzialmente inespresso di potenzialità: un corpo fertile di idee, iniziative, presenze, capacità trattato spesso solo come un corpo sessuato da mercificare.


UDI Genova “25novembre2008”

per info UDI Genova "25 novembre 2008"

Vico MELE 3R,16123 Genova- 3493151640

udi251180ge@yahoo.it www.udinazionale.org

venerdì 30 luglio 2010

SCUOLA POLITICA DELL'UDI A GENOVA

La Scuola politica dell'UDI quest'anno si svolge a Genova,-giovedì 2 settembre dalle ore 14 alle 19- venerdì 3 settembre dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 sabato 4 settembre dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19-domenica 5 settembre dalle ore 9 alle ore 13
Le iscrizioni sono aperte sino al 10 agosto.
-COSTI
-PER LE DONNE CHE LAVORANO-60 EURO
-PER LE PENSIONATE -50 EURO
-PER LE STUDENTESSE - LE DONNE CHE NON LAVORANO-E LE DONNE DELLA LIGURIA -GRATIS
RIVOLGERSI A udi251108ge@yahoo.it