domenica 15 novembre 2009
DA DONNA A PERSONA
Ciclo di incontri
“ DA DONNA A PERSONA”
Presentazione
L’UDI propone un ciclo di incontri dal titolo “Da donna a persona”in cui evidenziare il profondo travaglio attraverso il quale le donne hanno preso consapevolezza, oltre che dei propri doveri, anche dei propri diritti e poi soprattutto della loro entità spirituale e della propria sensibilità sino a completare il percorso che porta ad essere appunto persona.
Non è stato un iter facile, anzi sono stati necessari secoli per completare questo cammino.
Negli incontri saranno affrontati i momenti cruciali di questa evoluzione, dal nebuloso periodo della preistoria alla fase medioevale in cui le donne erano cantate dai poeti, ma relegati a ruoli di pura rappresentanza ( nel migliore dei casi ), alla presa di coscienza dei propri diritti durante la rivoluzione francese, dalle lotte per il diritto di voto all’esasperata autoaffermazione del femminismo sino alla piena consapevolezza di sé in cui la donna si riconosce individuo nella pienezza della sua personalità cioè appunto di persona.
Obiettivi
Il ciclo di incontri ha lo scopo, attraverso una rapida cavalcata storica,di rendere gli ascoltatori consapevoli di quanto sia difficile arrivare ad una piena consapevolezza dei propri valori, dei propri limiti e della pienezza dell’essere individui, indipendentemente dal genere, come sede di valori.
Questa consapevolezza porta a capire meglio anche lo sviluppo del singolo dall’iniziale confusione dell’infanzia sino alla pienezza della propria personalità poiché la crescita individuale ripete in sintesi le tappe della storia.
Pubblico a cui si rivolge
Gli incontri aperti a tutti proprio per il loro contenuto culturale sono comunque indirizzati prevalentemente ad un pubblico femminile probabilmente più interessato all’argomento.
Non vi sono naturalmente limiti di età, ma è auspicabile che l’utenza sia soprattutto di giovani donne e particolarmente delle studentesse delle scuole secondarie superiori dove le insegnanti spesso indirizzano le allieve a ricerche di questo tipo con particolari finalità culturali, filosofiche e psicologiche.
Gli incontri, che si svolgeranno soprattutto nella sede decentrata della III Circoscrizione gentilmente concessa, sono aperti a tutti i cittadini non solo a quelli della Circoscrizione e saranno a titolo assolutamente gratuito.
Metodologia
Il metodo sarà assolutamente dialogico. Non ci sarà una relazione frontale offerta ad un pubblico passivo , ma i relatori durante la spiegazione si interromperanno spesso per lasciar posto alle osservazione e agli interventi degli ascoltatori aprendo al dialogo e addirittura sollecitandolo
Terminata la relazione sarà lasciato un ampio spazio al dibattito
Tempi
Il ciclo di lezioni è previsto con inizio nel 2009 e la continuazione nel 2010 seguendo il ritmo dell’anno sociale dell’UDI.
In particolare il primo incontro si svolgerà il 20 ottobre 2009 e gli altri saranno rispettivamente a gennaio, febbraio, marzo e aprile
Schema del corso
20 ottobre 2009
“Le società matriarcali nella preistoria”
Gennaio
“La donna nella letteratura del medioevo:
angelicata o mummificata?”
Febbraio
“La presa di coscienza dei propri diritti da parte delle donne nella rivoluzione francese”
Marzo
“Dalle suffragette alle femministe”
Aprile
“Da donna a persona”
MANIFESTAZIONI E INCONTRI
Con il Patrocinio di
Provincia
di Savona
Comune
di Savona
L’U.D.I. (Unione Donne in Italia Savona) - Ass. Raggio di Sole
Comitato Usciamo dal Silenzio
Ass. Telefono Donna Centro Antiviolenza della Provincia di Savona
Presentano il convegno:
25 Novembre Giornata Mondiale
contro la Violenza sulle Donne
proclamata dall’O.N.U.
La Staffetta dell’U.D.I. arriva a Brescia
25 Novembre 2009 - Ore 16.00
Sala Rossa del Comune di Savona
Interverranno:
Isabella Sorgini, Assessore ai Servizi Sociali Comune di Savona
Pietro Santi, Assessore Politiche Sociali e Volontariato Provincia di Savona
Lorena Rambaudi, Consigliera Provinciale
Prof. Alfonso Gargano, Dirigente Scolastico Liceo Chiabrera Martini
Prof.ssa Gabriella Viganego, Dirigente Scolastico Liceo Scientifico O. Grassi
Paola Pregliasco, Direttore Dipartimento Materno Infantile
Lia Minetti, Coordinatore Ostetrica, Consigliera Comunale alle Pari Opportunità
Maura Montalbetti, Assistente Sociale Coordinatore
Avvocato Roberta Cava, Centro Antiviolenza
Avvocato Federica Ferro, Centro Antiviolenza
Psicologa Giovanna Ferro, Centro Antiviolenza
Psicologa Angelica Parodi, Centro Antiviolenza
Studenti del Liceo Classico Chiabrera di Savona
Studenti del Liceo Scientifico O. Grassi di Savona
sabato 14 novembre 2009
25 novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne
L'anfora-testimone è stata portato nello spazio temporale di un anno attraverso tutte le regioni di Italia ed ha visitato città e paesi e dovunque è stata accolta con simpatia e le sono stati attribuiti onori dalle autorità cittadine. A Savona dal sindaco e dall'allora assessore Bacciu.
E' stato emozionante vederla sfilare per le vie cittadine e si è propagato un entusiasmante senso di solidarietà. Tutte eravamo Lorena ed Hina le due donne uccise da uomini potenzialmente amici o addirittura parenti.
Il rifiuto della violenza ci ha toccato tutte e tutte ci ha coinvolte.
Ora la staffetta si conclude, proprio nel giorno internazionale contro la violenza, il 25 novembre, a Brescia ,città in cui è stata uccisa Hina.
Il 21 vi sarà un pellegrinaggio di donne da tutta Italia ( due pullman saranno liguri )nella città lombarda per gridare assieme il rifiuto di questa orribile sopraffazione.
A Savona nell'occasione ci saranno manifestazioni organizzate dell'UDI locale e in particolare un incontro sulla violenza nella Sala Rossa del Comune il 25 cui parteciperanno Associazioni e studenti. mentre il 28 alla libreria Ubik vi sarà la presentazione del DVD "La staffetta contro la violenza transita in giugno a Savona", girato a suo tempo da Adriana Caviglia, seguita da azioni teatrali.
Sicuramente queste manifestazioni non resteranno in superficie, ma saranno sentite in modo profondo perché noi tutte siamo, anche se fortunatamente non direttamente, toccate da questo atto feroce.
Sulla nostra pelle sono per noi tangibili le ferite di Lorena ed Hina e in loro tutto il genere femminile si è sentito ucciso.
Margherita
martedì 3 novembre 2009
OMAGGIO AD ALDA MERINI
Voglio ricordarla con questi versi
_A tutte le donne_
Fragile, opulenta donna,
matrice del paradiso
sei un granello di colpa anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.
Alda Merini
mercoledì 29 luglio 2009
resoconto della Staffetta
Savona, ha atteso con trepidazione l'arrivo della staffetta organizzando una serie di eventi che non hanno interessato solo i tre giorni di permanenza dell'anfora nella nostra città (17 18 e 19 giugno) Essi ci hanno coinvolto dal 16 al 23 giugno:
La storia ha inizio molto tempo prima: mesi di preparazione e poi la presentazione della staffetta a Savona il 7 marzo 2009 allestendo un banco pieno di mimosa nella piazza principale e poi proiettando una presentazione ppt specifica e alcuni lavori sulla violenza sulle donne preparati dalle alunne del un liceo classico G Chiabrera
Molte associazioni hanno aderito alla staffetta
Segni e Impronta Finale Ligure - A.N.E.D Sv - Associazione Attori per caso - Coro Lirico Polifonico e Voci Bianche "P.Mascagni" - Associazione Culturale il Labirinto - Associazione Culturale Timoteo Teatro –Emergency - Gli amici del Mediterraneo Sv - Il Ponte mediatrici culturali - La dinamica creativa - Raggio di Sole - Telefono Donna, centro antiviolenza della Provincia di Savona - UDI Sv - Comitato Usciamo dal Silenzio Sv - Consultorio familiare CIF - Casa Malo - Coordinamento Donne CGIL Sv - Corso Italia 24 - S.M.C. Fornaci - Sezioni Soci Coop Sv - USEI - UISP SvCon il contributo del Liceo Ginnasio G. Chiabrera e di Stefania Fabri, Maria Assunta Rossello,Cristina Ricci, Fatiha
Quasi tutte le associazioni si sono impegnate a preparare un evento per i giorni della staffetta
Da marzo a giugno l'"AGENDA" un opuscolo ha pubblicato informative sul procedere dell'organizzazione (inviamo l'ultimo articolo relativo al mese di giugno
Già dal mese di gennaio sono state inviati ai presidi dells scuole superiori di primo e secondo grado perchè promuovessero una riflessione presso gli alunni affinché gli stessi componessero dei pensieri sulla violenza perpetrata nei confronti delle donne da mettere nell'anfora al suo arrivo nella città A questo proposito è stato preparato un a presentazione sull'argomento che attualmente si trova su YOU TUBE cliccando cavadr http://you tube e poi cerca cavadr (il file è stato diviso in 4 file perchè troppo lungo)
Il 13 giugno qualcuno di noi è andato a Genova ad accogliere l'anfora quando i rappresentanti del Piemonte ce l’hanno consegnata: un evento indimenticabile
Dopo Genova l’Anfora ha fatto tappa ad Arenano : il 16 giugno Noi, a Savona, in attesa della staffetta,nel Palazzo della Provincia si Savona è stata inaugurata la mostra fotografica e documentaria di un secolo di lavoro femminile in LiguriA (1850 1950) Nella stessa sala due artiste savonesi Imelda Bassanello e Rosanna la Spesa hanno esposto le loro opere
Il 16 quindi è stata presentato il programma della “ Staffetta di donne contro la violenza sulle done “ a Savona che avrebbe avuto inizio il giorno successivo
Nell’atrio del comune è stata allestita una mostra nella quale è stata illustrato il viaggio dell’anfora dalla Sicilia sino in Liguria attraverso la documentazione raccolta sul sito delle varie regioni d’Italia
Il giorno successivo, il 17 giugno alle h 17, Arenzano ci ha consegnato ufficialmente la staffetta : La consegna è avvenuta in piazzale Eroe dei due mondi, sotto il monumento di Garibaldi ,vicino al mare. L’anfora passava dalle mani dei rappresentanti di Arenano a quelle dei rappresentanti di Savona
Per l’occasioni giovani dell’UISP ASD e SMS di Savona (organizzazioni sportive) Le ragazze a due a due l’anno portata lungo il centro storico passando davanti alla Fortezza Priamar ( dove è stato incarcerato Mazzini) e poi presso la Campanassa ( simbolo dell’antico comune) lì la staffetta è passata nelle mani di un’altra coppia di giovani celebrando il rito della staffetta Poi ci siamo avviati lungo la famosa Via Pia( cuore del centro storico, quartiere del 1400) sino a Via Paleocapa ,sullo sfondo troneggia la Torretta (simbolo di Savona) Lì è avvenuto un ulteriore scambio di testimone Giunti presso la piazza del Comune (Piazza Sisti IV famoso papa savonese) ci siamo fermati per qualche minuti Infatti erano le 18 e nell’attigua piazza Mameli ( come ogni sera a quell’ora) suonavano i 21 rintocchi del monumento della pace. Ci siamo avviati in piazza del Comune dove attendeva il Sindaco Federico Berruti con la fascia tricolore e l’assessore Licia Bacciu che hanno preso l’anfora dalle loro mani Ci sono stati momenti toccanti delle affermazioni di ciascuno d Successivamente in una libreriael partecipanti e trasudava il nostro orgoglio Eravamo noi ora i custodi di quel prezioso simbolo che ricorda a tutti che la violenza sulle donne deve finire
La libreria UBIK ci ha ospitato e lì l’associazione Cuklttrale Timoteo teatro, l’Associazione culturale Labirinto ,l’associazione Raggio di Sole sono intervenuti sulla tematica “Non lasciarti sola….” La denuncia della violenza passa attraverso la letteratura,il teatro,la musica e le lettura Cristina Ricci ha letto brani dal suo libro”La montagna d’acqua” In tale occasione abbiamo avuto a Savona Rita ,una compagna di scuola di Lorena,una che Lorena l’ha conosciuta ed ha pianto per lei insieme a noi, ha gridato il suo disgusto per la pena irrisoria comminata ai suoi assassini e, soprattutto, l’angoscia per il futuro della sua compagna spezzato per sempre:
Tali testimonianze ci dicono come la violenza passa attraverso la vita di una donna fino alla deastazone e l’abuso psicologio L’evento è stato uno strumento di confronto e ri-nascita nel difficile percorso di ritorno alla vita.
Lo spettacolo serale ha coronato questa importante giornata con l’Associazione “ Attori per caso” Sono stati recitati testi di Euripide,Aristofane,Elliot e d’Annunzio Lo spettacolo”Donne di guerra… donne di pace: momenti di riflessione teatrale al femminile in forma di coro” ha stimolato suggestioni uniche ed applausi caldi e sentiti .L’anfora era in piazza sul palco
Il giorno successivo in piazza Sisto un’anfora di più di un metro in cartapesta (che ha richiesto per l’allestimento diversi mesi ) su cui era scritto UDI Contro la violenza sulle donne e Savona 17/18/19 giugno 2009 era posta di fronte all’ingresso del Comune a fianco all’anfora originale Adriana Caviglia, un’insegnante che ha proposto l’iniziativa, prodotto e presentato un video sulla violenza nelle varie scuole, ha presentato i pensieri raccolti Abbiamo letto sotto un sole cocente i messaggi che gli alunni delle scuole medie superiori avevano prodotto Essi sono stati simbolicamente affidati all’anfora Molti dei pensieri erano stati prodotti da maschi : Successivamente sempre presso la libreria UBIK la scrittrice ecuadoriana Silvia Campana ha presentato i suoi libri gravidi di sofferenza ,delusioni lotte per realizzare un sogno: essere scrittrice Stefania Fabbri dell’USEI ha introdotto l’evento e Caviglia Adriana ha letto poesie dell’autrice
IL 19 GIUGNO DELLA SALLA DEL Comune è stato condotto un dibattito “violenza sulle donne:una questione aperta ha visto l’intervento di Valentina Sonzini portastaffetta della Liguria, l’Avv Marisa Delfino dell’Ass Raggio di Sole,la dott Fiorella Robba Medico del Pronto Soccorso , la Psicologa Brunella Nari dell’Ass Telefono Donna(centro antiviolenza della prov di Savona
Alunni della Iiceo scientifico O Grassi hanno presentato una loro ricerca tematica
Nella serata del 19 giugno nella piazza del Comune”Arie e costumi mediterranei” ha visto un incontro con le donne in Italia dei paesi dl Mediterraneo
Per l’UDI di Savona Adriana Caviglia
E’ stato uno spettacolo entusiasmante ad essa ha partecipato la scuola di Danza “Faitià et les roses du desert” presentando La danza orientale,C’è stata una sfilata di abiti tradizionali dei vari paesi che si affacciano ssul Mare nostrum tutti confezionati a mano come intermezzo di danza del ventre Ben Hammouda ha effettuato l’accompagnamento musicale Lo spettacolo è stato prodotto da “ Gli amici del Mediterraneo” L’associazione “ Il Ponte” successivamente ha presentato la lettura di poesie e brani “ Donne nel monco” ha concluso la ricca serata con degustazione di the
L’anfora è partita il 20 giugno alla volta del ponente la staffetta continua a Savona Il 20 nella sala mostre della Provincia Maria Assunta Rossello ha realizzato una performance con lettura di alcuni brani improvvisati al fine di continuare a dire quello che gridiamo da sempre ,per non dimenticare,per ricordare quello che siamo.
Il 23 giugno la chiusura della mostra della sala della provincia è stata occasione per riflettere assieme e liberamente sull’evento e per dire che la staffetta,partita, era presente ancora tra noi e ,ormai lo rimarrà per sempre: La cantante Danila Satragno ha allietato la serata con la sua voce splendida
Abbiamo intenzione di continuare il lavoro e in occasione del 25 novembre 2009 parallelamente a quanto avverrà a Brescia saremo presenti nella nostra città con altri eventi
venerdì 24 luglio 2009
La donna nella storia
La mitica poetessa Saffo è ricordata per gli splendidi frammenti, ma qualunque tradizione si voglia seguire, per un amore infelice o per amori comunque devastanti.
In realtà qualche donna bella tosta si poteva trovare, ma mai a livello di comando.
Oppure ricordiamo Santippe, la terribile moglie di Socrate il quale , gra pensatore e saggio, come marito doveva essere una vera frana e la povera Santippe magari qualche ragione ce l'aveva!
Tra i romani, la donna era rispettata e omaggiata per le sue virtù di domina, ma il 50 e 50 nelle decisioni proprio non sfiorava nessuno.E arriviamo all'era cristiana con tutto l'ascetismo delle origini.
Qui la donna è veramente trattata male,
San Giovanni Crisostomo ne IV secolo dice: Non conviene sposarsi. Che cos'altro è mai una moglie se non la nemica di ogni amicizia, la pena da cui nessuno può sfuggire, la calamità purtroppo desiderabile, il pericolo che si annida nella casa, il danno dilettevole? E' solo ricoperta di un bel colore!
Nell'Università di Padova girava un foglietto con queste affermazioni: Che cos'è la donna? La confusione dell'uomo, una bestia incapace di vivere in società, un danno quotidiano, un naufragio dell'uomo, un serpente insaziabile.....
Secondo San Gerolamo: La donna è la porta del demonio, l'aculeo dello scorpione...
Per ora mi pare che basti...
Attendo commenti.
( continua)
Margherita
domenica 5 luglio 2009
L'UTILIZZATORE FINALE
UDI- Unione Donne in Italia Sede nazionale
COMUNICATO Roma 29 maggio 2009
A chi piace questa politica, questo “utente finale”, questo linguaggio, questa assoluta mancanza di rispetto, questa violenza verbale?
Sicuramente non piace all’UDI.
Via il velo della ipocrisia nostrana, altro che la sacralità della famiglia, rispetto della vita e della dignità; altro che fare l’amore, altro che un modo come un altro per prendere l’amore che spetta di diritto.
Poveri uomini ricchi, potenti e innocenti utilizzatori finali!
E’ una buona occasione per ricominciare a porre attenzione alle parole che ci vengono lanciate contro, a noi e a tutti.
E’ un’ottima occasione per ricominciare a non tollerare più questa lapidazione verbale, dove le pietre sono indegni stereotipi, vecchi o nuovi come questo, del sesso mass-market.
E’ un ottimo momento per svelare con le “nostre” parole il trucco e la violenza che sempre esercitano coloro che si arrogano il diritto di perseguitarci dicendoci ogni momento tutto il peggio che gli passa per la mente.
Per non diventare sorde e cieche, per non dover più tollerare linguaggi o comportamenti indegni.
Così apprendiamo da un’intervista, che “colui che riceve è l’utilizzatore finale”, ma a quest’uomo, all’intervistato, se uomo è, bisognerebbe chiedere:
Colui: perché al maschile? Colui in questo caso o in generale? Come a dire che a ricevere è sempre un uomo, che sta a significare che a dare è sempre una donna? Domanda pleonastica.
Che riceve: che riceve che cosa?
Un utente non può ricevere un corpo però può usarlo, magari consumarlo, come un gelato o un dopobarba.
In questo caso evidentemente “l’utente finale è colui che riceve il servizio”.
Finalmente arriva la parola vera: SERVIZIO.
Ma non basta, sempre dalla stessa intervista, ci viene ribadito, con pretesa generosa ingenuità, che “per fare bella figura, quando ci si presenta a casa di qualcuno potente, ci si va con una bella donna” a pagamento.
E così l’immaginazione va alla moglie, se c’è, o alla fidanzata, a casa, naturalmente, a fornire nell’ombra un servizio gratuito. Altro che amore, altro che valore della famiglia.
E noi diciamo non solo che vergogna, che affronto, ma anche che indicibile tristezza, che senso di morte.
Infine veniamo informate, dall’ intervistato, che un uomo, potente e perciò stesso bello e simpatico, potrebbe avere “donne gratis in grande quantità”.
E così l’immaginazione va agli scaffali del supermercato, scaffali e scaffali di tanta bella merce in quantità, tutta da comprare, tutta da utilizzare, tutta da consumare.
Che altro c’è da dire?
Tranne che finalmente non siamo più solo noi a significare che ci considerano merce, che vivono il nostro corpo come lo strumento di un servizio, noi disperatamente in cerca di luce nei fumi del lavaggio del cervello che ci stanno facendo da ogni parte e con ogni mezzo, da decenni ormai.
Queste parole brutali le dicono loro, a noi e a tutti, spudoratamente, in continuazione, loro che i media ce li hanno e li usano.
Adesso Luce è fatta: CIRCOSTANZIATA AMMISSIONE DI COLPA IDEOLOGICA.
Grazie grand’uomo, ci hai risparmiato un lavoro improbo, dilla ancora e dilla tutta, per esempio che dobbiamo stare a casa ad aspettarti, altro che emancipazione e lavoro, che se proprio abbiamo il capriccetto di decidere dei nostri destini facendo politica, ebbene sì un mezzo c’è ma dipende da te.
A questo rispondiamo che l’UDI e molte donne in Italia hanno raccolto le firme per una legge di iniziativa popolare che detta norme di democrazia paritaria per l’accesso alle Assemblee elettive cioè semplicemente per le candidature nelle elezioni, dentro la campagna 50E50 … ovunque si decide.
Perciò, per quello che abbiamo detto e fatto, restiamo irriconciliabili a qualsiasi proposta o metodo o decisione o criterio di selezione politica per liste ed incarichi, che non rispettino tutte le donne.
Caro Utente Finale, dillo che tu e quelli come te, e qualche omino potente e ricco in giro c’è, vi sentite i padroni di tutto, compreso il nostro corpo caduco ma potenzialmente fertile. Caduco perchè finita la funzionalità, niente pensione, niente casa, niente lavoro, niente dignità .
E dillo anche che questo corpo potenzialmente fertile deve rimanere sempre usabile, ma l’hai già detto, e non avresti dovuto, l’hai nominata una volta di troppo quando l’hai detto di Eluana.
Tu suoni la tua tromba noi suoneremo le nostre campane.
Noi diciamo e diremo che la lapidazione verbale è violenza, che non è casuale questo indegno trasferimento del privato peggiore nel pubblico peggiore, che siamo in grado tutte di vedere e capire il valore delle immagini e delle parole, la loro potenza d’urto sulla nostra vita in casa e fuori casa.
Che non accettiamo e non accetteremo per nessun motivo subdole violenze aggiunte a quelle che già vergognosamente avvengono fra le mura domestiche, che disonorano gli uomini e feriscono le donne, e fra queste includiamo sordide immagini televisive o sui cartelloni per via, fa lo stesso, e ancor di più parole urlate o sussurrate o cantate o recitate, che martellano la nostra mente, la nostra intelligenza, la nostra cultura, la nostra forte sensibilità.
Perciò ci stiamo sobbarcando fin da novembre dell’anno scorso una Staffetta di donne proprio contro tutti i tipi di violenza domestica o estemporanea, fino al femminicidio, in tutta Italia, comuni, regioni e provincie.
Ma tu nel frattempo, Utente, dilla tutta, rimpiangi il mancipium vero?
Anche quella sembra solo una parola, ma dentro quella parola ci stanno millenni di sottomissione, esclusione e maltrattamenti di donne fino ai femminicidii.
Eh quelli sì erano bei tempi, per te, qualche millennio fa però.
Anna Maria Spina, Giovanna Crivelli
del Coordinamento Nazionale dell’UDI
mercoledì 1 luglio 2009
lettera di Neda
Lettera della sorella di Neda. [Diffusa oggi 22 Giugno (13.30 italiane) in lingua Farsi, tradotta in inglese da un amico a Teheran che me l'ha inviata. La sorella di Neda ha aggiunto alcune correzioni al testo (più breve) di una 'nota' che lei stessa aveva scritto ieri (21 Giugno) e che era stata pubblicata per qualche ora da un Blog iraniano. La sorella di Neda chiede esplicitamente che questa lettera sia diffusa il più possibile da tutti coloro che la leggeranno per ricordare Neda e tutte le vittime della violenza omicida della polizia dei Mullah. (rdn)]
Teheran, 22 Giugno 2009 (h. 10.08) -- "Ieri avevo scritto un breve appunto perchè avevo un'idea fissa: 'domani sarà un grande giorno [alla manifestazione] , ma io potrei essere uccisa...' Invece ora io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella. Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre. Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella... Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella...Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli... Quanto [Neda] volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diriiti.... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, 'Io sono iraniana'..."
"Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, [sognava] di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla. Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un'ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita... Mia sorella è morta perchè provava amore per tutte le persone..."
"Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli..."
Quello che non mi riesco a spiegare è perché si è arrivati a questo stato di sottovalutazione della donna dato che all'inizio la figura femminile era considerata la più importante ,tanto da essere deificata.
Anche nelle prime religioni si trovano tracce di questa valorizzazione del femminile.
La dea madre era la dea più importante come ci ricordano le statuette rinvenute di dee genitrici col ventre cavo o turgido a dimostrazione che da esse era derivata la razza umana nell suo complesso
Le prime società sono state matriarcali e i figli ricevevano dalle madri non solo il nutrimento, ma anche gli insegnamenti.
Poi qualcosa è cambiato già dai tempi degli egizi, per non parlare dei greci.
Ed è qui che mi sfugge il passaggio. Perché?
Si passa alla donna bella, per antonomasi Venere, o alla donna madre, Giunone, ma non alla dea suprema.
Anche il cristianesimo è una religione maschilista con la Vergine sublimata, ma "Figlia del tuo Figlio" e nel cattolicesimo non degna neppure del sacerdozio.
Quando studiavo ricordo che mi arrabbiavo a una battuta del Cirano "Dolce con un sorriso un'agonia ci fate. Ispirateci i versi, ma non li giudicate"
Divenivo furiosa ogni volta che la leggevo.
Passando ai tempi presenti,la sopraffazione esiste ancora eppure le donne sono più brave degli uomini anche a livello professionale.
E' qui che per me scatta il mistero. Perché?
Io ho passato la vita lavorativa ad insegnare in una scuola prevalentemente maschile, la classica scuola da uomini, eppure le poche ragazze che venivano erano decisamente più brave dei loro compagni e più mature.
C'è da lottare e lotteremo. Io, per ragioni anagrafiche, ho fatto parte dei movimenti femministi degli anni settanta.Di quelli moderati.Io non amo le estremizzazioni che spesso sfociano nell'irrazionale. Quindi la lotta non mi spaventa, ma mi piacerebbe risalire al perché. Al mistero del capovolgimento della posizione iniziale.
Qualcuno è più informato di me?
Margherita
lunedì 29 giugno 2009
CHIACCHIERANDO CON CRISTINA
Accidenti, certo che non scherzi tu! Ho letto il tuo libro tutto d'un fiato! Bello, bellissimo!!!!
Mi hai chiesto del 68. Provo a risponderti.
Se vuoi attingere a testi
Come saprai era il capo della lotta studentesca che è poi sfociata nell'occupazione di Villa Giulia a Roma.
Simbolo del 68 è stato senz'altro "Blow in the wind" di Bob Dylan.
Io sono fortunata perchè appartengo alla generazione che ha ricevuto gli ideali del 68 ed ha cercato di farli crescere, a volte, molte volte li ha sprecati.
Quando io andavo a scuola avevo diversi professori "borghesi", ma quelli di nuova nomina erano tutti figli del 68. Hanno portato alla nostra generazione il desiderio di una cultura diversa ed alle donne la consapevolezza di sè.
Tutti facevamo politica. Eri "sinistro" o democrisitano. Devo dire che per noi democristiano e fascista si equivalevano. L'uno voleva metterti sotto ad una croce, l'altro sotto ad un manganello. Meglio i sinistri.
Nè puttane, nè madonne. Siamo donne. Non è solo uno slogan, è una rivendcazione. Nè puttane perchè non vogliamo più farci usare dai maschietti per il loro divertimento, vogliamo sciegliere, vogliamo amare con passione e non per convenzione. Non vogliamo un uomo che possa godere di noi, ma un uomo che voglia godere con noi.
Si chiamava Anna.Insegnava matematica. Era bruna, spostava sempre una ciocca di capelli dal viso con gesti nervosi.
E' arrivata nella mia scuola come supplente. Copriva il posto di un docente maschio palloso e tracotante. Questo prof riteneva che le nostre "piccole menti femminili" non fossero adatte a recepire i principi della scienza esatta.
Lei ci rese la matematica un gioco, spiegando con esempi semplici concetti astratti e regole non sempre chiare. Diceva che l'istruzione deve essere per tutti e che un buon insegnante deve aiutare tutti indistintamente a capire. Deve essere l' insegnante ad adattare la materia alle potenzialità dell'allievo, non l'allievo ad adattarsi alla materia. Noi l'adoravamo. Portò il
Se ci vedeva troppo stanche, si parlava d'altro. Ruolo della donna, politica, convenzioni sociali. Aborto, divorzio. Rimase un anno. Ci insegnò più lei che tutti gli altri. Ci insegnò a crescere e diventare donne. Sandalizzò i nostri genitori, ma andò diritta per la sua strada. Arrivava con le gonne lunghe od i jeans e grossi maglioni. Spesso gli zoccoli ai piedi. Non la scorderò mai.
Poi c'era Lidia,
Io crescevo ascoltando gli intilimani, De Gregori, Vecchioni, Bertoli, Claudio Lolli. Crescevo ed ogni giorno che passava dicevo a me stessa che non volevo essere come mia madre, che aveva messo al mondo figli, curato i suoi genitori,badato alla casa e vissuto tutta al sua vita in funzione degli altri. Combattevo gli squilibri adolescenziali scrivendo e leggendo poesie, ascoltando musica, andando al partito e maturando in me la consapevolezza che quel mondo, quel posto erano troppo piccoli per la mia mente, non potevano contenere i miei desideri, erano troppo lontani dal mio modo di pensare. Dovevo andare via. Poi, ad un certo punto, non so neanche più come, mi innamorai. Ma questa è un'altra storia Anna
domenica 21 giugno 2009
UNA SETTIMANA DI STAFFETTA
Una settimana di staffetta.
Anche a Savona è arrivata la tanto attesa e sospirata anfora. E’ rimasta con noi qualche giorno, come una nuova amica ha ricevuto il meglio e auguriamoci di essere capaci di far crescere tutto quel che ci ha donato.
Non ho voglia di raccontarvi tutti gli eventi che le associazioni savonesi sono state capaci di organizzare in suo onore.
Non ho voglia di far considerazioni su quanto sia utile la collaborazione e sull’opportunità che potranno e dovranno cogliere tutte le associazioni che si occupano della Donna dopo una visibilità così ampia.
Ho voglia invece di raccontarvi le emozioni che sono rimaste in me.
Ho voglia di raccontarmi quel che un pugno di creta, un semplice vaso di terracotta, mi ha smosso dentro.
L’anfora viaggia in incognito, dentro un anonimo trolley.
Chi lo vede e non sa non può immaginare tutto quel che contiene e conterrà.
Chi lo traina, chi l’aspetta non sa. Non può immaginare come sarà lasciarla andare via.
L’anfora, quel semplice vaso di terracotta, quel pugno di creta, in pochi giorni è diventata un’amica e anche qualcosa di più. Le donne di Arenzano l’hanno accompagnata da noi, felici che continuasse il suo viaggio ma comunque con la tristezza nel cuore per doverla vedere partire.
Io, che ero lì ad aspettarla poco capivo la loro emozione fino a quando lo scrigno non si è aperto.
Eccolo lì, quel semplice vaso.
Sono bastati pochi istanti per capire che Pandora era tornata e con lei tutto il suo dolore.
L’anfora accoglie e custodisce la sofferenza, l’angoscia, l’amarezza di tutte le donne che hanno visto la loro vita spezzata.
La sofferenza che resta dentro anche quando i lividi sono passati.
L’angoscia che rimane dentro anche quando sei al sicuro, lontano da lui.
L’amarezza che conservi dentro nel vedere evaporare le tue aspirazioni.
Quando il troley si apre, quanto l’anfora appare, nella sua semplice dignità, senza l’uso di parole o gesti lei ti racconta tutto questo.
Tu guardi l’anfora e lo sai, in un istante capisci.
Accanto a me c’era una “piccola donna”, una donna di appena 14 anni. Anche lei, come Lorena, ha
lasciato Niscemi per condurre una nuova vita.
Accarezzava l’anfora con lo sguardo pensando alla sua amica.
Il dolore era ancora vivo, colava dai suoi occhi.
Io, stretta tra lei e il vaso asciugavo le mie guance.
L’anfora era lì, semplice pugno di creta. Era lì per condividere con noi quanto aveva già condiviso e quanto ancora condividerà lungo il suo percorso
Nel lasciarla non ho potuto fare a meno di pensare “Buon viaggio cara amica mia.”
Savona, 20 giugno 2009
Cristina Ricci
lunedì 15 giugno 2009
STAFFETTA DI DONNE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
venerdì 12 giugno 2009
Ridiamo un po'
Perché nel creato si va dagli esseri più imperfetti a quelli più perfetti
( Da Moni Ovadia )
Sapete per quale altra ragione Dio ha creato prima l'uomo e poi la donna?
Perché temeva che se avesse creato prima lei poi questa gli avrebbe impedito di fare un errore così grosso.
La donna nasce malata, si cura per tutta la vita e muore vedova.
Io non ne so altre, ma se qualcuna ha qualche altra freddura e l'aggiunge può essere divertente.
In fondo è estate anche per noi, quindi tempo di vacanze!
domenica 7 giugno 2009
A PROPOSITO DI 50&50
lunedì 11 maggio 2009
UNA DOMANDA ESTEMPORANEA
Una domanda estemporanea: Perché l’Italia non ha norme chiare sulla violenza sessuata?
Una risposta attuale: chi dovrebbe farle ed applicarle non le vuole!
La protesta in piazza, la denuncia quotidiana dei centri antiviolenza, le denunce formali ai presidi dell’ordine pubblico, la quotidiana scoperta degli orrori in famiglia, l’altrettanto quotidiana “scoperta” del favore sessuale come regola dello scambio nei luoghi di potere sembrano, così messi in fila argomenti di un certo peso, e lo hanno avuto.
Tanto è il peso di quegli argomenti, che neanche la politica Italiana ha potuto ignorare la domanda di giustizia posta complessivamente dalle donne. Non l’ha ignorata a modo suo: magari spezzettando la proposta di legge di sistema (formalizzata dall’UDI in occasioni di incontri in sedi ministeriali ed a più riprese in altre ed autorevoli sedi), magari citando non sempre a proposito l’argomento del contrasto alla violenza di genere come pretesto “per fare altro”.
Il fatto che la voce delle donne sia stata rilevata rende ancora più cocente l’evidenza di un affronto complessivo alla dignità della loro domanda di civiltà.
Nei Parlamenti locali ed in quello centrale siedono uomini che, non solo simbolicamente, costituiscono un avamposto di quello che accade tutti i giorni nel paese. Dall’onorevole che, per la nostalgia di casa, ricatta sessualmente un’aspirante attrice, proseguendo per chi fa transazioni offrendo “carne fresca”, fino a chi rinviato a giudizio per aver molestato le figliastre , tutti (questi personaggi) rimangono ai “loro posti” , indisturbati e tetragoni tranne che per brevi momenti. Non stupisce allora né il linguaggio pubblico machista, né il fatto che venga pubblicamente tollerata la cialtronesca esposizione del potere assoluto in tutti i settori della vita delle donne. Non stupisce nemmeno che i difensori di turno perseverino a praticare il confronto usando le donne come teatro, definendole a piacimento e prevedendone l’assenza.
Il potere delle armi, quello del denaro, quello religioso e più di tutti quello politico si servono del corpo delle donne. Hanno studiato bene il modo di avere a che fare solo con quello, togliendo alle donne la parola e con questa la certezza della legalità e delle regole.
In Italia non è un caso che non ci sia una vera legge sulla violenza sessuata, come non è un caso che, per una legge elettorale deprecata da tutti a parole, la rappresentanza femminile sia ancora nelle mani degli uomini dei partiti. In Italia si dimostra vistosamente in questi giorni, se fosse necessario, che la violenza sessuata è moderazione e delegittimazione preventiva che tocca tutte in tutti i livelli sociali, economici e di appartenenza politica.
Ma le donne ci sono, nonostante siano pubblicamente silenziate, si esprimono.
Se la rappresentazione dell’elettorato da parte dei media è di pacifica acquiescenza, è evidente che (gran parte di) chi informa condivide i sistemi di esclusione, controllo e moderazione riservati alle cittadine dalla politica. Non si può dimenticare che prima l’inerzia politica e poi alcuni canali televisivi, hanno archiviato le violenze sessuali compiute su bambine da militari in missione di pace, come frutto di possibili “sviste a causa dell’aspetto maturo delle giovani arabe”. Tutto questo sottintende che se si fosse trattato di donne la cosa sarebbe stata ancor più veniale.
A chi, provenendo da altri “paesi ad alto tasso di civiltà e trasparenza”, ci chiede il perché di tutto questo, diciamo che i nostri governi partecipano alle transazioni e agli accordi internazionali con grande flessibilità e senza grandi attriti anche in ragione della scarsa considerazione per le sue cittadine.
Le donne vivono tutte sullo stesso pianeta, e qui come altrove l’asimmetria di potere tra donne e uomini ha l’effetto di dividere il popolo, prima che nella categoria della cittadinanza, nella categorie più antiche: quella delle potenziali vittime e quella dei potenziali carnefici.
Una campagna elettorale come quella che stiamo tutte vivendo svela con disarmante impudicizia lo stato della democrazia tra generi, rendendo superflua ogni altra insistenza sull’anomalia Italiana.
Potremmo chiudere qui se non si trattasse del fatto che dietro l’enfatizzazione del femminile come schermo c’è molto da nascondere. Si vanno a rinnovare quelle Province indicate come “da sopprimere” alle quali si affida invece, ad esempio, una parte cruciale del ciclo dello smaltimento dei rifiuti, si corre per l’Europa dalla quale proviene un fiume di denaro anche per “la riduzione dello svantaggio delle donne”, puntualmente gestito dagli uomini.
Rispetto a tutto questo l’interesse pubblico delle elettrici non può contare né conta su lobbies o su strapotenti sedi separate, come quelle di cui dispongono gli uomini Italiani, ma conta e può contare sui suoi luoghi e sulla testimonianza contagiosa che nessuno sa mai quando si accende, nonostante questa classe dirigente.
Forse (?) è il timore degli ulteriori cambiamenti che le donne sapranno, dopo i tanti già indotti e mai completamente metabolizzati in Italia, a originare tanta protervia, tanta violenza e l’assenza delle regole.
Stefania Cantatore (UDI di Napoli)
Napoli, 7/05/2009
LITE IN FAMIGLIA
Quante parole lasciamo passare come se fossero innocue.
LA MOGLIE DI un marito talmente importante da rappresentare in parlamento italiane e italiani tutti, accusa e litiga per le veline, oltre al resto.
Le televisioni ci ingaggiano fino a inebetirci da giorni e giorni con dibattiti ma soprattutto urla in maggioranza maschili, alla ricerca della VERITA’, si comincia a dire che IL PERSONALE E’ POLITICO.
Certo “questo personale”, ma comunque sempre personale è.
Se ci fosse buona memoria , ci si renderebbe conto che noi ne siamo consapevoli e lo abbiamo detto, noi, le donne, da parecchio tempo, che il privato è nostro.
Adesso in mezzo a questa diatriba famigliar-politica, ci stanno le veline sì, ma come pretesto per indagare i comportamenti sessuali , dati per legittimi e vincenti, di un maschio esponente di un patriarcato inestinguibile.
Sempre le donne colpevoli e causa. Altre, ma donne, mai le scelte comportamentali di un uomo.
Nel frattempo gli scranni dei parlamenti accolgono quasi solo corpi maschili, evitiamo di ripetere percentuali miserevoli, basta guardare la televisione ( guardare: volgere lo sguardo su qualcuno o qualcosa con l'intenzione di vedere) per vedere la REALTA’ e la VERITA’: maschi in quantità esorbitante a urlare e sovrastare le parole delle donne, autorevoli e competenti, ma anche gli altri uomini.
In televisione la violenza si può esprimere solo urlando, offendendo, tacitando, ma sempre violenza è. Anzi pare che una delle forme “classiche” della violenza domestica, spudoratamente si mostrino per accogliere consenso.
Mentre gli uomini urlano per imporsi, le donne se urlano e quando urlano è per paura, dolore, disperazione. Una inestinguibile guerra fra maschi sempre più sul corpo delle donne, ma non solo, sulle aspettative di vita, che è tutto.
Una FISSAZIONE COLPEVOLE di uno stereotipo vergognoso di virilità, un’offesa anche agli uomini che non si vogliono ridurre così, un’arma puntata contro tutti i giovani, maschi e femmine, e le bambine e i bambini, il FUTURO della nostra società, il futuro che vetero-poteri patriarcali modernizzatisi con lifting vari, non vogliono neanche immaginare. Per il semplice motivo che non li potrà riguardare all’infinito.
Intanto le donne sono sempre più escluse dalla rappresentanza politica, come nella Roma antica, dagli ambiti decisionali, dalla visibilià mediatica, se non come veline o fotocopie dei presentatori maschi, dalla leadership, in una parola dal potere.
La campagna del 50E50…ovunque si decide ha dato proprio fastidio evidentemente, da allora hanno ricominciato a chiuderci in casa, si affannano a elaborare marchingegni economici per chiuderci in casa, percentuali e convenienze per chiuderci in casa a fare e allevare bambini, che poi la mitica famiglia non potrà mantenere senza il contributo reddituale delle “mogli”, che però sarà bene che si acconcino a stare in casa e zitte.
Siccome non ce ne diamo per vinte, si sforzano di farci accettare la quotidianità dello stupro, delle botte, dei maltrattamenti, prima di tutto in casa, ma se pensiamo di trovare scampo fuori casa, lì troviamo lo stesso trattamento.
Uno dei tanti perché della Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, fuori di casa, insieme a riconoscerci, contarci e denunciare.
“In quanto donne essere spinte o costrette a mantenere il silenzio per sopravvivere in una situazione impossibile di potere corrotto o ingiusto in famiglia, nella comunità o nel mondo….gli altri sbagliano a pensare che, soltanto perché sta zitta, una donna approva la vita qual è. Per le donne significa che esiste un momento in cui mostrare i denti, la grande capacità di difendere il territorio, di dire: i limiti sono stati raggiunti e non è possibile valicarli. Il caprone non deve andare oltre, E,aspetta, ho qualcosa da dirti, le cose devono cambiare decisamente.”
( Clarissa Pinkola Estès – donne che corrono coi lupi – 1992)
Una volta si diceva che i panni sporchi si lavano in famiglia (quali panni sporchi?), adesso ci vogliono insegnare che i panni sporchi non sono più sporchi che l’urlo maschile è bello, segno di un potere legittimo (infatti tutti costoro sono stati eletti) e non solo, anche desiderabile, ma soprattutto in sintesi che è sexy, vera forma di virilità, il potere maschile.
Che se non vogliamo essere veline, possiamo continuare a essere carte carbone, oppure come si fa adesso copia e incolla, generatrici di cloni, loro non nostri.
Una scelta impossibile!
Questa parola “veline” comprende in sé tutta la desolante condizione femminile, soprattutto delle giovani donne, in Italia.
Le veline si chiamano così perché passavano le carte che gli uomini leggevano.
La carta velina è trasparente, si può stropicciare, non ingombra, non parla, non urla, non piange, è carta di poco spessore.
Le veline non hanno un nome, infatti svolgono una funzione, quella di divertire. Chi? Gli uomini naturalmente, e insegnare alle giovani che se stanno zitte e debitamente svestite, arriva il successo, arriva il denaro. Non le chiamano nemmeno ragazze, sarebbe troppo, si potrebbe equivocare, meglio chiamarle solo veline..
Ci sono le veline e poi c’è la famiglia che guarda le veline alla tv, guarda ma non vede, e poi guarda un’altra famiglia che litiga in tv per le veline, che tutte le famiglie guardano, e poi guarda tanti uomini e poche donne che litigano per la famiglia che litiga sulle veline…….che tutte le famiglie guardano.
La crisi finanziaria? Si sistema. Il terremoto ? Pure. I licenziamenti? Si vedrà. Si troverà il modo, adesso però vediamo di rimettere le donne al loro posto. Le donne ……..
E questa è la politica italiana nel duemilaenove, il risultato e il dato di fatto di una politica monopolistica maschile, fenomeno vergognoso e specifico.
Anna Maria Spina
Del Coordinamento nazionale UDI
domenica 10 maggio 2009
venerdì 8 maggio 2009
LA STAFFETTA SUL PALCO
ieri sera, giovedi 7 Maggio ,durante il concerto intitolato "Mamma"che concludeva la rassegna "Donna per tre" che si è svolta presso il Cinema Teatro Comunale di Pietra Ligure , la cantante Danila Satragno, insieme con bravissimi musicisti jazz e vocalist d'eccezione, ha dedicato molta parte del programma a canzoni attinenti appunto la prossima Festa della Mamma ,comunque il programma era dedicato alla Donna. Era presente la piccola Beatrice che è la bimba che insieme con Bonolis ha aperto la prima serata del Festival di Sanremo.
E' stata una serata bellissima, di alto livello musicale (sono confortata nel mio giudizio dalla presenza accanto a me dell'associata Marcellina Grenni che di musica ne sa eccome!). Danila Satragno ha una voce meravigliosa e con tale voce, con una breve presentazione, ha introdotto il tema della Staffetta.
Durante lo spettacolo e quando si era appena esibita la piccola Beatrice, la SIGNORA SATRAGNO (secondo me merita la maiuscola), ha parlato dell'UDI e della bella, anzi bellissima, iniziativa della Staffetta con parole entusiaste ed ha chiamato sul palco ,per presentare più diffusamente il programma che riguarda la Sezione di Savona, la nostra coordinatrice Anna Maria Riccardi che, con poche semplici e chiare parole ha "lanciato" la Staffetta in Liguria , ma in particolare a Savona, comunicando appunto i giorni in cui in città si svolgeranno le manifestazioni ad essa dedicate .
La Signora Satragno ha dimostrato di apprezzare l'UDI e credo che noi tutte dobbiamo ringraziarla per quanto ha fatto ieri sera e per quanto ha promesso che farà con la sua partecipazione il 23 Giugno alla serata di chisura della Manifestazione.
Tanto sento di comunicarvi Ivana
mercoledì 6 maggio 2009
SE UNA DONNA PARLA
UDI- Unione Donne in Italia Sede nazionale
COMUNICATO Roma 6 maggio 2009
Se una donna parla
Le donne conoscono perfettamente il gioco del potere, possono pure decidere di starci - per un po’ o per tutta la vita - ma appena una decide di non giocare più il meccanismo si inceppa e si materializza sotto i nostri occhi il fatto che la credibilità di un uomo pubblico si regge sul silenzio di una donna. A volte di tante donne, a cominciare dalle madri.
Se una moglie parla per denunciare e deplorare un comportamento del marito e dice che non vuole essere complice di quanto accade pubblicamente sotto i nostri occhi, è prima di tutto una donna che ha deciso di essere responsabile verso il proprio genere e di esporsi come cittadina. Se Veronica Lario avesse voluto solo divorziare, non avrebbe sentito la necessità di fare le dichiarazioni che ha fatto.
Questo richiede anche un certo coraggio perché qualunque donna sa – quando decide di parlare – che le sue parole verrano sminuite, svalorizzate, ridicolizzate.
Abbiamo alle spalle una lunghissima storia in cui è radicata la convinzione che una donna non possa mai essere creduta o fare opinione. Figuriamoci una moglie.
Una storia di cui abbiamo esperienza anche oggi, in Italia e nel mondo: mettere in dubbio la parola di una donna avviene sistematicamente nei casi di violenza sessuata.
Eppure nessuno potrà far finta che le parole di Veronica Lario non siano state dette, perchè hanno invece svelato come il leader di un partito sceglie, per esempio, le sue candidate.
La politica è corpo, lo è sempre stata. Sono cambiati gli strumenti e le forme, ma la politica per realizzarsi ha avuto sempre bisogno di facce, di gesti che la raccontassero e che la rappresentassero. Ma il corpo e il potere della politica sono sempre stati incarnati da un solo genere: quello maschile. Per esserci le donne hanno dovuto mimetizzarzi, omologarsi, come anche opporsi. E’ storia dei nostri giorni che le donne per essere messe in lista, prima ancora di essere elette, devono stare non tanto alle regole formali dei partiti, ma al patto tacito che i maschi stabiliscono in modo arbitrario, sempre più arbitrario.
Il problema è che in questo paese non si sa più come formare, in politica e nelle istituzioni, la classe dirigente; l’unica cosa chiara è che le donne vanno tenute ai margini, obbligandole alle scorciatoie e a dover sempre dimostrare di essere brave, più brave.
O silenziose.